Sono un viaggiatore e come ad un lettore che non può tenere tra le mani un libro, soffre nello stare fermo a guardare le nuvole che basse percorrono il cielo di fronte a casa, mentre ogni giorno la finestra virtuale si apre su scorci del mondo. Viaggiare a volte è fuggire dalla propria vita di ogni giorno, dalle sue responsabilità e dalle necessarie incertezze e paure che bisogna attraversare. A volte però, è proprio quell’apertura nelle sbarre che ci permette di rendere relativo tutto, anche la sofferenza. Viaggiare ha comunque un prezzo e non sempre si può superare l’Oceano e nemmeno il fiume che scorre nella propria città, ma esistono dei modi per muoversi, per conoscere e spendere poco.

Luca Vivan, spendere poco, wwoofing, Australia, Byron Bay

Agli antipodi. Il punto più a ovest dell’Australia, maggio 2010

Wwoofing, viaggiare coltivando il mondo

Perché viaggi? Per trovare un angolo di pace, per fuggire una palude di lavori che non pagano al cuore, di amici che non lo sono, di città verticali in cui  sprofondi verso il basso? Per togliermi di dosso queste sensazioni, alcuni anni fa lasciai tutto e andai a fare il contadino. Io ho scelto la lontana Australia ma tu puoi benissimo farlo anche a pochi km da casa tua, magari non incontrando eucalipti dalla resina rosso sangue come è capitato a me, ma così potrai spendere poco e conoscere da vicino il famoso fenomeno del ritorno alla Terra.

La fatica del corpo a volte è una medicina per la mente e le emozioni, il contatto con le piante e il suolo ha un potere vivificante. Il celebre psichiatra Carl G. Jung sosteneva infatti, che tutti dovessimo avere un pezzo di terra da coltivare. L’esperienza umana sarà poi straordinaria, perché potrai conoscere persone di ogni tipo che si approcciano all’agricoltura in modo ecologico ed innovativo. Forse, come me, capirai che è bello avere un piccolo orto ma che l’agricoltura è un arte che non fa per te. Sicuramente però, avrai fatto un’esperienza che avrà lasciato i suoi semi, che daranno frutto in altro modo. Non tutte le strade portano dove crediamo che debbano andare.

Viaggiare ai tempi della sharing economy

Anche se sei immerso nella fissità del quotidiano, stai vivendo un periodo di rivoluzioni, internet è una di queste. Negli ultimi anni sono nate numerose piattaforme che permettono di trovare stanze per dormire in quasi tutto il mondo, che le persone mettono in affitto a prezzi ragionevoli. Spendere poco non è il solo scopo di questo tipo di alloggio informale. Esiste un lato umano che non ha prezzo, quello dell’ospitalità dei tuoi simili, che si fermano a fare due chiacchiere con te mentre ti mostrano la tua stanza, che ti offrono un te, che scambiano piccoli gesti e sorrisi con l’eco di un’altra cultura.
La prima volta che ho provato questo tipo di ospitalità è stato a Linz, in Austria. Il giorno prima ero in un nuovo ed efficiente hotel a 5 stelle per lavoro, in un appartamento di studentesse, con una tazza di tisana biologica in mano e delle chiacchiere in terrazzo, mi sono sentito molto più a casa.

Se proprio non vuoi o non puoi spendere denaro esiste sempre il buon vecchio Couchsurfing, portale che ha creato una rete di relazioni tra milioni di viaggiatori, che visitando nuovi luoghi hanno incontrato nuovi mondi.

Da pochissimo ho conosciuto questa piattaforma che permette di spendere poco o nulla scambiando la propria casa con persone di 160 paesi del mondo. Te la segnalo ma sicuramente dietro l’angolo del web ce ne sono molte altre. Siamo ormai entrati nell’epoca dell’Internet delle case.

Luca Vivan, spendere poco, Pordenone, Friuli Venezia Giulia, Sikh

A volte, anche a casa si sente forte l’odore si spezie. Festa Sikh del Vesakhi, a Pasiano, Pordenone, 2013

Spendere poco, in viaggio dietro casa

Conosci veramente casa tua? Mentre scorre la strada che percorro spesso in auto, mi accorgo di montagne e colline, di campanili e borghi di cui non so nulla ma che volendo potrei toccare semplicemente andandoci in bicicletta. Non c’è l’odore di spezie o il sentore più sottile e profondo di essere altrove ma dietro casa esistono mondi incredibili, storie che si dipanano su piccoli sentieri dai monti verso il mare, racconti che illuminano il grigio dei giorni che appaiono sempre uguali. I dettagli sono la chiave d’accesso di questo turismo lento, in cui spendere poco, se non la propria voglia di ridare vita a quello che si crede di conoscere.

Forse, se fossimo di nuovo bambini, potremmo viaggiare a piedi e fare qualche metro per ritrovare la felicità che andiamo cercando nel mondo. Credo che però, sia proprio la caratteristica di noi adulti quella di cercare ovunque, di incamminarci per sentire la sabbia del deserto come quella del mare, di respirare sulla vetta di un vulcano come sul molo di un porto, di sognare di notte e di giorno,  per cercare le stelle.