Oggi ci vorrebbe un pezzo lungo e ricco, decine di parole che si rincorrono a cercare attimi passati, traguardi e speranze. Voglio invece che le lettere si adagino, lente ma con lo sguardo all’insù, per cercare le stelle.

Dietro le maschere che appaiono seguendo il vorticare delle notifiche sui social media esiste la vita, in tutte le sue infinite sfumature, i giorni dove si vince e quelli in cui si perde, un’occasione, un volo, un contratto oppure un amico.

Sono tempi in cui se si guarda in basso si cade in strane paludi, in vortici che discendono tutte le spirali della nostra poca umanità ma se si guarda in alto, oltre gli strati di foschia della paura, soprattutto quella di sognare, esistono orizzonti che difficilmente avremmo potuto desiderare. Anche questo è viaggiare, chiudere la porta di casa e andare incontro non solo al possibile ma anche all’impossibile.

Ho sofferto, ho gioito, sono partito e sono tornato, no, oggi non ti voglio annoiare con miei viaggi, con le mie realizazzioni, perché vorrei dirti che anche tu sei speciale, anche se non hai un blog, se non prendi treni e aerei ogni mese, se non sai usare Twitter. Da qualche parte, magari nascosta dietro una pesante armatura invisibile, c’è una luce fioca che non si spegne mai.

Il mio unico bilancio sta proprio in questo, nell’aver trovato degli strumenti per cominciare a ravvivare quella fiamma, che in alcuni momenti temevo si fosse spenta. Non credere che io sia un prodigio, sono solo un viandante che cerca la sua via, che è caduto molto più di quanto appare su questi schermi, che ha smarrito il passo più volte di quanto dimostri la mia mano sicura.

Oggi si conclude un ciclo di vita, 9 anni, in cui per la prima volta ho sorvolato l’Oceano e sono stato da solo a miglia e miglia lontano da dove sono nato, in cui per la prima volta ho iniziato ad acorgermi dei miei pensieri, in cui ho respirato per davvero, in cui sono sprofondato così tanto che quando sono risalito mi sentivo rinato, in cui ho incontrato l’amore, in cui infiniti gesti e infiniti sguardi, in cui la vita, quella vera, è entrata da una piccola porticina aperta al centro del mio petto ed è ancora lì, che sta cercando di costruire una casa.

Non so cosa mi aspetti domani, dopo domani, nei prossimi 9 anni, non ho viaggi dei sogni, se non il sogno di viaggiare per indicare la bellezza dei sogni.

Ti auguro di non perdere troppo tempo qui ma di alzare lo sguardo, ne vale la pena, milioni di luci brillano all’orizzonte.

 

E’ una scena che non si muta in un solo giorno, ma è importante sollevare lo sguardo, allungarlo: la rivoluzione del guardare…. Lasciate gli inganni ai mestieranti della vita piccola. Pensate che la vita è colossale. Siate i ragazzi e le ragazze del prodigio.

 

La citazione è tratta da una piccola lettera che è arrivata oggi, grazie alle vie misteriose del web.