Sto ultimando le slide ed elaborando qualche gioco per stimolare le partecipanti ad un corso di storytelling a Lignano, l’1 ed il 15 aprile.

L’attenzione richiede volontà ma se non si è in grado di stimolarla con le emozioni, la mente prenderà presto a distrarsi, trascinando il corpo nella stanchezza, nel nervosismo, nella voglia di alzarsi e fuggire dall’aula. Il modello scolastico a cui siamo abituati, quello della lezione “frontale” in cui c’è un emittente che parla e snocciola teorie davanti a dei riceventi passivi da riempire, ha i giorni contati e se non ce ne accorgiamo è solo perché siamo ancorati alla certezza delle vecchie abitudini.

Servono nuovi approcci, è quello che dice il marketing, è quello che suggerisce il calo dell’attenzione in tutti i corsi e lezioni che ho frequentato negli ultimi trent’anni.

Difficile parlare di storytelling, di narrazione che emoziona, che evoca mondi capaci di infiammare la nostra fantasia, quando siamo sempre seduti di fronte ad un esperto che parla per ore, mostrando una slide dietro l’altra.

Sono molto contento di partecipare come formatore ad un percorso formativo sul marketing digitale rivolto a donne inoccupate e giovani studentesse, in due lezioni sullo storytelling a Lignano Sabbiadoro, località balneare del Friuli Venezia Giulia. Non nascondo però, che dopo la telefonata in me si sono succeduti entusiasmo e paura: cosa andrò a dire? Chi sono io per insegnare qualcosa agli altri? Ce la farò? Come ogni eroe dei racconti, avevo ricevuto una chiamata all’azione e dovevo affrontare una prova.

Avrei potuto gettarmi a  capofitto per riempire lo schermo di scritte e di immagini, di link e forse anche di video, invece mi sono confrontato con una persona speciale che ha sempre delle intuizioni geniali e così ho deciso di seguire una strada diversa rispetto a quella delle solite slide.

Non credo di aver inventato nulla di nuovo, come spesso capita in tante altre questioni. Spero solo che le donne che incontrerò a Lignano non si mettano a guardare la primavera fuori dalla finestra dell’aula, desiderando di scappare nei prati in fiore e che anzi, possano ricevere qualche scintilla per magari un giorno iniziare un lavoro di cui c’è tanto bisogno – anche se qui dove abito non è stato ancora capito -, quello di creare contenuti che abbiano un cuore. Sarebbe bello se qualcuna di loro uscisse dal corso come dopo aver visto un bel film o letto un bel libro, con la sensazione di voler cambiare qualcosa nella propria vita, magari riscoprendo un vecchio sogno, dimenticato nel cassetto.

Lo scoprirò solo insegnando, sperando di scorgere quella scintilla negli occhi di chi mi ascolterà.