C’è della magia nell’alba quando i contorni del mondo sono appena delineati, quando viaggiando si attraversano paesaggi che appaiono sempre nuovi.

Quando verso est, macchie di rosa cercano di svegliare la meraviglia negli uomini che dormono, quando una chiesetta su di un colle si erge solitaria nel confine tra il giorno e la notte, quando oltre una linea di piccoli monti si accende di bianco un picco innevato.

Le parole dormono ancora e seguono con fatica gli occhi che scorrono nel paesaggio, pieni di  meraviglia, quando anche i campi incolti e abbandonati sembrano nuovi e stupendi, quando anche le strade di asfalto sono deserte e paiono fuse nell’armonia del mondo, quando le acque azzurre e ghiacciate del Tagliamento scorrono senza intralcio, riflettendo i colori sgargianti del cielo che si sveglia.

Alba, giorno che timido inizia, quando un piccolo borgo di provincia disteso su di una collina, si apre improvviso su valichi che lo illuminano di un orizzonte infinito, quando gli scheletri degli alberi, spogli dell’inverno, sono mani dalle mille dita bianche di brina diafana tese verso il cielo blu scuro, quando una galleria riporta indietro le lancette e poi di colpo appare il giorno, in una vallata senza nome in cui persino il ghiaccio che veste gli alberi si colora del mattino.

E’ sveglio da poco il mondo quando prima di varcare il confine dei cerbiatti sembrano essersi incontrati per salutare il treno, quando oltrepassata questa linea immaginaria, una coltre bianca di neve densa come schiuma invade le Alpi e il mio cuore, quando gli strati di neve sono batuffoli di cotone appollaiati sui pini e sui faggi, gettati da una mano invisibile che trasforma il mondo in un presepe vivente, quando la mente ed il corpo dormono ancora ma qualche parte sottile di me si riempie di stupore e contempla ogni cosa come fosse stata appena creata.

Sto arrivando in Tirolo, in Austria, il mondo è orami sveglio. Ci sarà di nuovo tempo per la ragione, per le parole calcolate e misurate, le potrai leggere tra qualche giorno.