Ti è mai sfiorato il pensiero, l’intuizione, che questo, si questo, sia un momento incredibile. Nel senso buono.

Un giorno l’ho sentito e le sensazioni sono diventate parole.

Buona lettura!

Percorro le strade deserte, in pieno giorno, ricolme del verde fanciullo della primavera, che aspettava da mesi di correre libera. Percorro le vie senza ingorghi, senza clacson, senza fumi di scarico, gas compressi delle terra e delle nostre emozioni.

Le percorro lentamente perché ogni albero è un segnale di stop, ogni foglia che brilla è una freccia che invita a svoltare, verso una nuova direzione, quella della bellezza. Pochi i viandanti, che ora escono, a piccoli passi, lenti e spaziosi, perché hanno bisogno di necessità. Non sono alla ricerca di sogni che vengono da lontano, da chissà dove.

Grande il silenzio di vie che tornano ad avere un nome e una lunghezza infinita. Puoi scorgere il loro orizzonte, libere da macchine e agitazioni. Compro quello che serve, per nutrire il corpo e la mente, per digerire e metabolizzare, per stare in forma, e sostenere il mio sistema immunitario mentale.

Torno a casa, accolto dal mio spazio vitale. Nel frattempo, un piccolo pezzo di città è diventato un nuovo mondo, di persone, alberi e vuoti che ora riescono a parlare. Un telefono suona, parole amiche che ci avvicinano, perché non c’è vera distanza nell’amicizia. Un come stai ora è lungo e sincero, diventa il centro del discorso e non più un vago contorno, tra progetti, lamentele e scappatoie.

La salute è la prima cosa, sia che qualcuno soffra nel corpo, ma soprattutto per chi soffre più dentro, tra le pieghe delle emozioni, nel cuore che batte a volte troppo veloce. La salute, prima di tutto. Poche parole, scolpite col fuoco della necessità, un nuovo articolo di una nuova costituzione. Perché solo la salute ti rende vivo. Ora non è più scontato.

E l’economia, rallenta, si muove a piccoli passi, indecisi, timorosi. Prima era spavalda, correva, correva, come una locomotiva folle. Non si poteva fermare e ne andava fiera. Il più piccolo tra i sassi di questo creato, a cui dedicavamo poca attenzione, ha fermato l’ingranaggio e ha fatto scendere tutti i passeggeri.

E gli stati, smettono di essere participi passati, per essere, al servizio. E l’incredibile avviene. I soldi, la merce più preziosa, viene donata ai cittadini per stare a casa, a curare loro stessi e i loro cari, per fare pulizie, per dedicarsi alla cucina, alla musica, alla lettura, al gioco.

Tra il profumo dei primi fiori, tra il garrulo stridulo delle giovani rondini, tra il verde che brilla più intenso al tramonto, prima che la luna piena offra le sue benedizioni, se vuoi, puoi evadere dalla tua quarantena e immaginare un mondo nuovo.

Potrai dire che sono un sognatore, ma non sono l’unico. Siamo tanti questa volta.

La primavera è qui ad insegnarcelo. Ogni inverno ha la sua fine, ogni morte la sua rinascita.