Cosa vuol dire una Creta alternativa? Alternativa a cosa veramente? Forse bisognerebbe dire la Creta vera, autentica, verace, che vive la sua vita tutto l’anno e non solo d’estate quando i turisti stranieri la assaltano in cerca di fotografie facili, di case colorate e spiagge attrezzate, mentre la sera rincorrono cocktail economici. La Creta alternativa è quella che si trova appena svolti l’angolo dell’immagine da cartolina, delle cittadine pulite e ordinate, ad uso e consumo del turismo che si adegua a standard imposti dall’estero. La Creta alternativa sono i luoghi certo, ma soprattutto la sua gente, antica e fiera, come tutti i popoli delle isole di questo Mediterraneo, culla e madre della nostra civiltà.

Raccontare un viaggio nella Creta alternativa

Le parole fanno fatica a mettersi in fila, perché sono tante, avvinghiate, strette le une alle altre, intrise di emozioni, di raggi di sole, salate di mare, aspre di colline desertiche, aperte come i sorrisi e l’ospitalità di persone sconosciute. Creta non puoi racchiuderla qui dentro, non va nemmeno capita, va vissuta.

Creta è un’isola di gatti e di venti, di montagne dolci e aspre come i giorni che non sono mai identici, di fiumi lussureggianti e colline brulle bruciate dal sole, è moderna come ogni cosa viva sotto questo cielo, è antica, antichissima come le storie che non muoiono mai davvero. È un sentore di gelsomino d’estate, è colorata nei muri e nei fiori, è blu del mare mediterraneo, è terra di dei olimpici ma anche lontana che guarda le terre di altre divinità, è caotica come le cose dei paesi lontani eppure vicini. È sensuale come una donna, femmina che è terra, mare, fuoco e vento.

Creta è un’isola ma anche un continente, piccola e immensa, inizi ad esplorarla e ti perdi sempre più, fino a ritrovare un filo, forse per uscire dal labirinto, è racchiusa come paesini abbarbicati sui monti, silenziosi e festosi, nascosti e aperti. È il volo dei grifoni che volteggiano e vedono lontano verso l’Africa oppure verso l’Europa, è vicina nelle storie di quell’altra isola magica sù a nord del mediterraneo, è lontana, una barca che scivola verso Oriente, è tutto quello che posso aver visto ma anche quello, ed è infinito, che non posso ancora immaginare.

Partiamo da un piccolo paese. La sorpresa di Ano Asites

 gola di santo antonio, Ano Asites

Verso la gola di Sant’Antonio, ad Ano Asites

Sono sempre i luoghi nascosti, meno evidenti, che racchiudono la magia di un viaggio. Sono quei luoghi che riposano ai margini delle grandi strade, incastonati tra valli, gole e montagne, dove il canto del vento si mescola al belare delle pecore, mentre una porta aperta di un vecchio kafeneio o di un negozio di alimentari ti invitano alla sacra ospitalità greca, antica quanto i suoi miti.

Ano Asites è il piccolo paese del centro dell’Isola di Creta dove ho alloggiato alcuni giorni. Lì, tra vicoli stretti, fiori di bouganville e gelsomini, regni di gatti e silenzi, c’è una casa legata alla residenza d’artisti di Heraklion che è stata la mia base durante il viaggio qui. Ci sono arrivato un fine settimana di fine giugno, mezz’ora di macchina dalla capitale dell’isola.

 murales di ano asites

Uno dei murales di Ano Asites

Subito ho avvertito la quiete e la pace. Un bussare alla porta e una vicina che porta delle uova e delle verdure. I miei ospiti che cucinano e mi invitano a bere una birra nel loro orto. E poi la sera a festeggiare con musica e l’onnipresente raki, nella piccola piazza del paese, dove i giovani si mescolavano a vecchi signori dall’aria saggia, migranti che hanno visto la Grecia crescere e decrescere, tra democrazie e dittature, tra prosperità e crisi. Eppure qui ad Ano Asites il tempo, il chronos degli antichi, colui che scorre senza sosta, può fermarsi un attimo e diventare il kairòs, il tempo senza quantità dove accade qualcosa di speciale, dove un’ora può valerne cento della vita ordinaria.

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Piazzetta di Ano Asites, oasi di ozio e pace

Questa è per me la Creta alternativa, dove lo stupore non è in casette bianche che si affacciano sul mare, in spiagge fantastiche e locali aperti tutta la notte, ma è nelle persone, nella loro accoglienza, nella loro generosità. Ho il ricordo vivido di un giorno, in cui guidai più di quattro ore, per andare a Preveli in una spiaggia dove si tuffa un torrente di montagna circondato da palme native, tanto meravigliosa quanto troppo turistica (da visitare ad inizio stagione o in autunno). Tornai verso ad Ano Asites, stanco di bellezza, di sole e di onde del mare, e decisi di prendere un caffè al kafeneio vicino casa. Quando me lo portarono un abitante del luogo che si ricordava del mio nome me l’offrì con estrema semplicità. Piacevolmente sorpreso tornai a casa chiedendomi cosa avrei mangiato per cena. Poco dopo aver appoggiato lo zaino, sentii bussare e la vicina di fronte mi regalò dei pani ripieni di formaggio e pomodoro, con una fetta di torta, tutto rigorosamente fatto da lei. Questo è un aneddoto dei tanti, della generosità spontanea che invero è presente in tutto il mondo, laddove la gioia di condividere vince la paura del diverso.

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Kafeneio di Ano Asites, con un murales realizzato dagli ospiti della residenza d’artisti

Un sabato, per continuare questa storia di ospitalità, insieme a Spiros appassionato abitante di Ano Asites con cui mi ero trovato da subito, partii per un giro nelle montagne impervie vicino al paese. La nostra direzione era un bosco di querce secolari sui monti Psiloritis, dove un amico di Spiros alleva api. Mentre le strade salivano e il cielo senza nuvole si faceva sempre più vicino nella luce pura delle altitudini, vedemmo diverse auto sul bordo della strada. Erano dei pastori accorsi a dare una mano ad uno di loro per tosare le pecore. Questo antichissimo gesto, che le montagne cretesi conoscono da millenni, si era trasformata in una celebrazione. I pastori ci accolsero gioiosamente, condividendo il cibo e il bere, invitandomi a fare foto e sedere tra loro. In quel momento ero felice come se mi avessero regalato qualcosa di unico, perché così era, ero infatti immerso in un rito antico e sacro, qualcosa che difficilmente potrai trovare nelle vie più comode del turismo di massa.

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Apicoltura biologica nella foresta di querce di Rouvas

Ano Asites è così un’oasi, un porto di terra dove partire e arrivare, per esplorare l’isola. A mezz’ora di macchina da Heraklion e ad un’ora dalle spiagge della costa libica. Una pausa nella lunga e cocente estate cretese, un momento dove lasciare il rumore del turismo e incamminarsi tra i vicoli del paese, diretto ad una gola lì accanto, a pochi minuti dal paese, dove una vecchia chiesa dedicata a Sant’Antonio si erge vicina ai resti di una pressa per il vino di origine minoica. E lì meditare, ascoltare il suono dell’acqua, elemento raro e prezioso a Creta, aprirsi al silenzio e provare ad ascoltare le storie antichissime che si fondono con il mito, perché è qui che Dioniso per la prima volta insegnò agli umani la coltivazione della vite, mentre delle api, sacre anch’esse ai minoici, ronzano liete attingendo quell’acqua.

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Per me ogni luogo che mi accoglie in modo sincero, senza chiedermi nulla, senza aspettarsi nulla, è come un amico a cui non vedi l’ora di tornare, è un compagno di viaggio su cui posso solo spendere la mia moneta, parole piene di affetto e gratitudine.

Queste parole non sono finite ma non potevano stare tutte qui. Già ho scritto di Heraklion, dolce sorpresa di Creta affacciata sul mare. Un altro articolo ti guiderà verso la costa libica.


Creta alternativa, alcuni consigli

Come viaggiare a Creta? Creta è un’isola lunga, lunghissima, è un continente che offre un’enorme biodiversità di luoghi e storie. Il mio consiglio è quello di affittare una macchina e girarla in autonomia. Troverai numerose agenzie che affittano macchine a prezzi davvero contenuti (attorno ai 20/30 euro al giorno) nel centro di Heraklion, vicino al porto e al museo archeologico (il mio consiglio è di evitare quelle più care nella via più turistica della città).
Attenzione, non fidarti troppo di Google Maps, potrebbe portarti in strade pietrose nel mezzo di uliveti o tra colline senza nome, oppure in vicoli di paesini in cui fare manovra per uscire potrebbe farti sgorgare litri di sudore.

Ano Asites è una buona base di partenza per esplorare non solo l’interno e la zona dello Psiloritis ma soprattutto per visitare le spiagge del sud, un litorale di rara bellezza e magia, dalla storia antichissima.

Periodo consigliato. L’interno e soprattutto la zona montuosa ha un clima mediterraneo ma in inverno nevica e fa freddo. Mentre in piena estate, luglio e agosto, può essere molto calda, anche se meno di Heraklion e salendo di quota, ad esempio nella foresta di Rouvas, l’aria si fa secca e fresca, ideale per sfuggire la canicola delle valli.

Letture consigliate. Credo che su Creta sia stato detto e scritto molto. Con me ho portato due libri, “Il calice e la spada” di Riane Eisler, perché la sua rilettura della storia europea e l’accento su quella cretese mi hanno entusiasmato. Il secondo libro in valigia è stato “Nati due volte. L’età del bronzo e del miele” di Laura MacLem, un romanzo tra mito e storia, ambientato durante il regno di Minosse, la cui protagonista è Arianna, danzatrice del Labirinto e sposa di Dioniso. Quando prenotai il primo volo, nel febbraio 2020 (poi annullato dalla pandemia), avevo letto un classico della letteratura greca moderna, scritto proprio da un cretese, Nikos Kazantzakis, a cui è dedicato l’aeroporto di Heraklion, il celebre “Zorba il greco”.

Dove mangiare? La cucina cretese è molto popolare specie nell’entroterra. Qui è tutto un susseguirsi di paesini e montagne dove si coltivano olivi da millenni, dove crescono varietà strettamente locali di verdure e piante medicinali come il famoso Dittamo, un origano originario proprio di Creta, che vanta proprietà afrodisiache e che si può trovare in vendita negli alimentari di Ano Asites. Difficile mangiare male insomma e difficile spendere molto. Un piatto di dakos, che ricorda le friselle pugliesi, l’immancabile feta o altro formaggio di pecora, delle verdure stufate saziano il palato e lo stomaco, senza svuotare il portafoglio. Ad Ano Asites ti consiglio di andare da Earino, una taverna che ha anche posti letto, con una vista impareggiabile sulle montagne attorno al paese, dove basta poco per scorgere il mare, perché sei pur sempre al centro di un’isola.
Altrimenti, fermati all’alimentari di Stavros, nella piazzetta di Ano Asites, prendi una birra dal frigo e un po’ di pistacchi, siediti là fuori ad osservare i gatti rincorrersi od oziare. Magari arriverà qualcuno ad offrirti un bicchiere di raki e del formaggio!

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La piazza di Ano Asites, davanti al negozio di Stavros