Il 29 febbraio a Pordenone parlerò di storytelling per il no profit, un ambito un po’ diverso dal mio solito viaggiare o comunicare ma che in qualche modo mi appartiene per vocazione “umana”.

Associazioni, cooperative e tutte quelle realtà il cui fine non è unicamente il profitto hanno un tessuto di storie e relazioni di grande valore, non solo per loro stesse ma anche per il proprio territorio. Sono fili intrecciati in anni di confronto e di crescita reale, nodi stabili, fatti di emozioni tangibili, di piccoli e grandi successi, il cui obiettivo è quello di migliorare un qualche aspetto del mondo cirostante.

Spesso le aziende hanno bisogno di scavare a lungo nel proprio passato, di fare molte ricerche per trovare la propria “storia”, quella specialità che le fa distinguere nel mercato.

Il mondo no profit, invece vive costantemente il proprio “mito”, perché è la linfa che le mantiene attive nonostante tutte le difficoltà di gestione, è l’energia che le sprona ad organizzarsi per mettersi al servizio degli altri. Questo spirito umanitario è una storia grandiosa che deve essere raccontata, per facilitare gli scambi con i propri soci, con le istituzioni e la comunità del proprio territorio, per essere di ispirazione anche ad altri.

Lo storytelling per il no profit non serve solo a scrivere post eficaci su un blog o su Facebook, serve a stimolare la partecipazione della comunità, serve a creare fiducia e consapevolezza tra le persone. Lo storytelling per il no profit ha la funzione di creare reti reali, in un mondo dove ognuno di noi dovrà metterci del proprio, senza aspettare di delegare agli altri.

Il mio sarà un’intervento all’interno di un progetto di comunicazione più ampio, pensato in 4 serate ed un evento finale da sviluppare assieme ai partecipanti. Sarà un’opportunità per me di dare un po’ di quello che so e che cerco di fare ogni giorno grazie al web, ma soprattuto una possibilità di fare incontrare e dialogare le realtà no profit di Pordenone.

Il mondo del No-Profits dalla sua nascita ha come obiettivo le relazioni umane e territoriali.

Il web sociale è quindi un territorio in cui le organizzazioni del terzo settore hanno l’opportunità di svolgere un ruolo da protagonisti, a condizione che entrino nell’universo digitale da cittadini consapevoli, nel territorio che dialoga con famiglie, istituzioni scolastiche e non.

Per maggiori informazioni puoi rivolgerti alla Compagnia degli Asinelli, che insieme al MEC (Media, Educazione, Comunità), ha promosso e reso possibile questo progetto.