Il viaggio più bello è quello che si fa incontrando l’altro, il festival di viaggio Pordenoneviaggia lo ha ricordato a me e a tutti coloro che sono passati per la biblioteca di Pordenone tra il 19 ed il 21 maggio.

Le parole nascono  dalle emozioni che vengono filtrate dalla logica ma a volte di logico c’è poco. Cosa spinge le persone a disertare la gita domenicale, a non andare in montagna o al mare, a fare tanta strada per sedersi ed ascoltare qualcuno che parla? Forse è tutta colpa di una voce, che ti fa uscire dai percorsi segnati, che ti guida verso quello che senti davvero.

Ho ascoltato le piccole storie, non certo per importanza, di chi ha mosso i propri passi da Udine, da Padova, da Modena e persino da Genova. Ho ascoltato quella voce che spinge a ricercare e non darsi mai per vinti, a non dare importanza a quanti km ci sono tra noi e la meta. Ho visto una luce negli occhi di chi mi ha parlato ed era identica alla mia, quando mi rendo conto che scrivo non per vendere “cose” ma per aprire le porte delle gabbie invisibili, in cui custodiamo con così tanta paura i nostri sogni.

 Pordenoneviaggia, Luca Vivan,. Alberto Cancian, Francesco Grandis, Fabio Liggeri, Pordenone, Friuli-Venezia Giulia

Il sorriso di un traguardo, di un nuovo, costante, inizio

L’incontro dei blogger di domenica pomeriggio, quasi a conclusione di Pordenoneviaggia, insieme a Francesco Grandis e Fabio Liggeri, non era una vetrina in cui apparire degli esseri migliori, un momento di gloria per sfamare un ego mai sazio. Domenica 21 maggio 2017 sono state “sparate delle bombe” come ha detto Andrea Zu, viaggiatore e musicista, che poi correggendosi, prima di salutarmi con un abbraccio, mi ha detto Non bombe, non avete ferito, avete lanciato dei semi, delle ancore.

L’ansia da prestazione, la paura di trovarsi davanti a tanta gente, che è venuta lì apposta perché sente che hai qualcosa da dire, l’eccitazione di presentarmi per la prima volta nella città in cui sono nato e a cui sono tornato dopo lunghi viaggi e peregrinazioni interiori, sono state solo una goccia nel mare. Il bello è venuto dopo, quando nel chiostro della biblioteca di Pordenone, una pacca sulla spalla o una stretta di mano hanno avvicinato diversi viandanti, accomunati da un sogno, di una vita più autentica.

Autenticità, libertà e sogni, sono stati i mattoni con i quali è stata costruita la prima edizione di Pordenoneviaggia. Non solo le storie di tre blogger, nomadi del digitale ma soprattutto dell’animo, che scrivono parole ed immagini per raccontare la bellezza che è nel mondo ed in fondo, dentro di noi che lo guardiamo, ma tanti altri viaggi dentro il viaggio.

 Pordenoneviaggia, Alfio Scandurra, Licia Colò, asino, donkey, Pordenone, Friuli-Venezia Giulia

Un asino, un simbolo del viaggio che con pazienza e tenacia arriva al cuore delle cose

Il viaggio per tutti, che permette la scoperta dei luoghi anche a chi viene negata la parola “normalità”; il viaggio di una persona popolare ma anche umile come Licia Colò che ci ha esortato a scegliere la nostra strada e a seguire i nostri sogni; il viaggio di un professore, di un ciclista e di uno scrittore che insegna il territorio nella fatica e nel piacere fisico della bicicletta; il viaggio al femminile di un gruppo di donne che nel mondo cercano e sostenengono le donne che incontrano; il viaggio in se stessi grazie allo yoga e poi con il suono meditativo dell’Hangpan di Andrea Zu; il viaggio di Tiziano Terzani, grazie ai racconti del suo biografo ed infine, il viaggio vicino, che si fa riconoscendo la bellezza del piccolo e grande mondo che sta fuori di casa, fatto di borghi, di montagne e di infinite storie che attendono non tanto la stima dei turisti quanto della nostra.

Quando mi chiedo perché sto facendo un mestiere incerto, a volte senza vedere una terra in cui scendere durante le tempeste della traversata, c’è la luce di un faro che mi guida verso un porto sicuro. Pordenoneviaggia per me è stato un richiamo, il ricordarmi che non viaggio per viaggiare ma per incontrare l’umanità, quella che magari non fa lo stesso rumore dell’odio e della paura, ma che sta tracciando dei nuovi sentieri in cui siamo sempre di più a camminare. Me lo hanno dimostrato i sorrisi e l’entusiasmo di chi si trovava dietro un microfono o di chi mi ha stretto la mano dopo tanta strada.

Lasco terminare le logiche della parola e lascio andare quelle del cuore. Allora, grazie di tutto a chi ha reso possibile questo, agli organizzatori, ai relatori, ai viaggiatori di ogni giorno. Il prossimo anno sono certo di incontravi di nuovo e sempre più numerosi!