Un tempo, il tempo era una cosa molto seria. Siccità o piogge troppo intense rischiavano di mettere in ginocchio interi territori, come oggi avviene in vaste aree del pianeta, dove la distribuzione commerciale del cibo non è efficiente come da noi. Un tempo, esisteva un legame diverso con la terra ed esistevano persone incaricate di condurre battaglie per mantenere il necessario equilibrio degli elementi naturali. Questo fenomeno, studiato da decenni, rientra nel grande e affascinante mondo dello sciamanesimo, un universo non lontano.
Ne scrissi anni fa e oggi vorrei riportare quelle parole. Le parole sono importanti, così recita l’intestazione di questo blog. E le parole importanti nascono dagli incontri e dagli ascolti. Ho incontrato lo sciamanesimo una sera, ascoltando una conferenza sulla Siberia e per mezzo di un articolo che parla di musica e storia della mia regione, il Friuli.
Le parole e la musica si sono fuse assieme alla memoria e all’emozione che mi lega alla terra che calpesto, che mi nutre e mi affascina.
La parola sciamano richiama le foreste dell’Amazzonia e delle Ande o la Siberia, da cui la parola ha origine. Il nome infatti deriva dal tunguso saman e può essere ricollegato al sanscrito sramana, che significa “uomo ispirato dagli spiriti”. Lo sciamanesimo è un fenomeno diffuso in tutto il mondo, soprattutto nelle regioni asiatiche e in quelle artiche nordeuropee, e ha origini antichissime, precedenti alle religioni che conosciamo ora: cristianesimo, islam, buddhismo e induismo.
Per secoli queste figure di guaritori e saggi hanno vissuto assieme ai sacerdoti delle religioni istituzionali e lo fanno tutt’ora, dove viene loro permesso. In Europa invece, l’Inquisizione prima e l’industrializzazione poi hanno spinto i culti arcaici legati alle forze della Natura nel dimenticatoio della Storia, se non nei tizzoni ardenti dei roghi o negli ospedali psichiatrici.
Così i curiosi di questa storia notturna fatta di magia, spiriti, rituali e piante benefiche o malefiche si rivolgono alle culture dove è ancora viva la tradizione dello sciamanesimo. Ignorano spesso che sulla terra che calpestano sono ancora vive le tracce di un passato dove uomini e donne erano coscienti dei legami profondi che esistono tra l’essere umano e la Natura, dei regni invisibili a cui la ragione non crede ma che sempre di più le scienze sperimentali tendono a confermare.
Ai saggi di storia preferisco le storie, fatte di documenti e ricerche, che permettono di conoscere le vicende del passato per mezzo di una narrazione ricca di emozioni. Il giardino del benandante di Paolo Morganti mi ha subito colpito mentre vagabondavo in libreria e non ho resistito dal comprarlo. Il mio desiderio compulsivo di libri mi ha permesso, finalmente, di entrare in contatto con una storia della mia regione che ignoravo e che mi affascina, tanto che ho poi acquistato un documentario citato nella bibliografia del libro, “Guerrieri della notte, sulle orme dei Benandanti” di Christiane Rorato.
Nel Friuli della prima metà del 1500 si intrecciano le storie di nobili, mercanti, di intrighi, vendette e cibi della tradizione. Un prete buongustaio e uno speziale che è anche un alchimista indagano su una serie di morti cruente e misteriose, come sfondo, una terra poco conosciuta, con il suo fiume, il Tagliamento, e borghi minacciati da invasioni secolari. Ciò che regge la narrazione, che incuriosisce e trasporta il lettore oltre i modelli del giallo di ambientazione storica, è il femeno dei benandanti, gli individui appartenenti a tutti i ceti sociali, che in alcune notti dell’anno lasciavano il corpo e andavano a combattere contro esseri malvagi chiamanti malandanti, per la fertilità dei terreni e la prosperità delle comunità.
Il romanzo scorre, terminato un capitolo non vedi l’ora di leggere il successivo. L’autore da l’idea di aver fatto un serio lavoro di ricerca e così ci si trova davanti ad un affresco storico che ti conquista e che lascia la curiosità di informarti su un fenomeno che l’Inquisizione o i tempi moderni non sono riusciti a sconfiggere completamente, tanto che di benandanti ne esistono ancora, così come ho scoperto tempo fa’, con un certo stupore.
L’essere umano è sempre lo stesso d’altra parte, così come la Natura. Ed oggi è molto sentito il bisogno di sostenere quelle energie che permettono agli uomini e le donne di prosperare e vivere felicemente, in armonia con le piante, gli animali e tutti gli altri abitanti del proprio territorio.
Schiarazula Marazula, ripresa in tempi moderni da Angelo Branduardi, è un’antico ballo del Friuli, con forti legami con quello che veniva chiamato paganesimo o stregoneria, in parole più oneste, con lo sciamanesimo.
Ti segnalo anche questo video del giornalista Piero Grizzo, in cui a volo d’uccello racconta il fenomeno dei Benandanti, collegandolo alle sue origini sciamaniche e anche essene, come ho scritto in un altro articolo, sulla chiesa di Aquileia.
Il “buon e bravo” branduardi… a suo tempo ha copiato la musica SENZA dire che non era sua, facendone canzone sua [Ballo in fa diesis minore-Angelo Branduardi (la morte)- 1977. https://www.youtube.com/watch?v=l3UGmsy94_A%5D
Sconfessato poi messo e messo alla berlina per il furto d’arte… dopo anni ha ammesso (pubblicamente, in un concerto a Udine) di non essere, come tutti ormai sapevano, l’autore del “suo” prodotto, e si è sentito “in dovere” di chiedere scusa al popolo friulano, detentore… dei diritti “d’autore”. (Perchè anche il Mainerio aveva trascritto, e non creato, la musica.) . In “Futuro Antico II” quindi l’ha ripresa (e ri-goduta) con il titolo originale, e le parole di Domenico Zannier; nel 1998. -https://www.youtube.com/watch?v=qkuE6EycFic –
Anche questa volta ricalcando altri (i Mitili F.L.K., in Ratatuje, 1993). Bellissima, non fosse altro perchè pronunciat in Friulano, e perchè fatta da ragazzi bravi.
https://www.youtube.com/watch?v=3kLl6j-6fcI
Insomma, Branduardi (il nostro grande…) il solito grande eroe.
Per quanto riguarda la lettura… mi permetto (però vivamente) di raccomandare https://www.gasparieditore.it/viaggio-nella-notte-della-chiesa-di-aquileia.html
Questo, meraviglioso. Straordinario. Grande, a mio avviso. Apre porte sconosciute, e squarcia veli. Bellissimo, ridico. E provocante.
Flavio ti ringrazio sinceramente per queste preziose informazioni!
[…] strana è che quel libro mi era stato suggerito in un commento ad un articolo che avevo scritto sui Benandanti, una sorta di sciamani del Friuli. Come spesso capita, la distrazione dei giorni mi aveva portato […]