Ieri sera ho ricevuto una mail un po’ particolare, non quelle che si può aspettare un travel blogger, a cui si scrive normalmente per chiedere consigli di viaggio. Era una richiesta di aiuto, che all’inizio, devo essere sincero, mi ha un po’ scosso, tanto da chiudere subito l’applicazione. La richiesta è rimasta lì sospesa, mentre cenavo con amici, mentre mi svegliavo con la sensazione di dovere dare una risposta.

La sofferenza degli altri, anche se celata in poche e scarne parole, spaventa, forse perché tocca anche la nostra, che cerchiamo di non guardare mai in faccia, attraverso le più svariate strategie, grazie alle droghe condannate dalla società o a quelle ben accette, come la droga del fare, dell’agire compulsivo che ci porta a viaggiare come trottole, a controllare mille volte il telefonino in cerca di cuoricini, a lavorare come robot, a leggere milioni di libri, a seguire migliaia di corsi e convegni.

Mentre il cielo di fine inverno muta incessantemente forma e colore, mentre la domenica rallenta tutto anche le parole, ho cercato di rispondere, consapevole che è difficile dare giuste risposte, che a volte servono giuste domande.

“Mi sono preso un po’ di tempo per rispondere.

Non è facile rispondere veramente, spesso lo facciamo troppo velocemente con tante banalità.

Capisco molto bene il tuo disagio, perché ho sempre lottato per capire come non farmi intrappolare in lavori che non mi rappresentavano. Lotto ancora per questo, perché anche se sono un libero professionista, mi trovo a volte a fare cose che non sempre rispettano il mio essere.

Come fare per cambiare? È la domanda che ci poniamo tutti in fondo. Io ho seguito diversi percorsi di crescita e ancora ne seguo, consapevole che non si smette mai di imparare e di sbagliare.

I viaggi mi hanno aiutato molto, perché mi hanno permesso di uscire dai soliti movimenti, dalle solite esperienze, la famosa routine. Mi hanno fatto incontrare persone e progetti che mi hanno aperto gli occhi su nuovi modi di vivere.

Se rimaniamo sempre concentrati nel nostro quotidiano, sempre attorniati dalle solite persone, dai soliti pensieri, ci dimentichiamo che le possibilità per noi sono veramente tante. Non è retorica ma una piccola verità che ho scoperto sbattendo la testa più volte.

Ad esempio, non avrei mai immaginato dieci anni fa, che potevo impiegare un mio talento, che usavo pochissimo e che soprattutto non consideravo, la scrittura, per costruirci attorno un lavoro. Dieci anni fa non immaginavo nemmeno che si potesse vivere in modo diverso, evitando di farmi intrappolare da pensieri ed emozioni che mi facevano solo male.

Viaggiando ho incontrato persone che mi hanno indicato nuove strade. Sono stato fortunato certo, ma ho anche sofferto moltissimo prima di arrivare a vedere un bivio dove poter scegliere.

In questi movimenti del corpo, della mente e soprattutto dell’anima ho incontrato Destinazione Umana, un tour operator che non è una delle tante macchine per far soldi che vediamo in giro ma un gruppo di persone come noi. Forse hai letto della mia nuova collaborazione con loro.

Allora, quello che mi è venuto in mente ieri sera mentre leggevo la tua mail è proporti di scegliere uno dei loro viaggi, per darti una piccola possibilità, non per fare una vacanza, quella sarebbe la risposta sciocca di una persona che non vuole ascoltare e si limita a dirti “Cosa vuoi che sia, vai farti un giro ai Caraibi, ti sentirai meglio!”.

No, ti consiglio di farti un piccolo viaggio per trovare qualche risposta o meglio, per formulare in modo diverso le domande che immagino, ti assillano ogni giorno: “Qual’è la mia strada? Cosa ho sbagliato? Cosa devo fare?” Sono le stesse domande che si pongono le persone a cui voglio bene e che mi sono posto io per tanti anni.

Questo è il loro catalogo, dove puoi leggere dei loro viaggi ma soprattutto il perché ci sono quei viaggi.

Non so se era la risposta che ti attendevi. Del resto, mi chiedo onestamente “chi sono io per consigliare a qualcosa a qualcuno?”.

Un abbraccio e spero tu riesca a trovare la tua strada, almeno a scorgere un sentiero che ti porti fuori dalla tua gabbia. Te lo meriti tu, ce lo meritiamo tutti!”