Nel mio lavoro gran parte del tempo scivola su uno schermo o sulle pagine di un libro, attratto casualmente  – anche se io non credo nel caso – da spunti, progetti e sogni che come piante a primavera fioriscono nel mondo.

Da anni ho smesso di approfondire le dinamiche del dolore che ci hanno portato dove siamo, non perché io abbia la presunzione di conoscere tutti i movimenti della grande storia, le cause e le conseguenze infinite, ma perché non mi interessa più inseguire la rabbia che genera le follie dell’essere umano. Io inseguo sogni, per amplificarli e per fornire loro il nutrimento necessario affinché possano crescere e prosperare.

Questo spirito mi porta a seguire blog e profili che non si concentrano sulle mafie, sull’inquinamento, i possibili o gli improbabili complotti ma su tutto quello che con passione e determinazione alimenta un nuovo mondo, dove parole come condivisione, collaborazione, natura sono reali e non trucchi di prestigio per frasi più belli.

L’anno scorso, in una serata di tarda primavera, ho assistito alla presentazione del libro di uno tra i più famosi pensatori sistemici attuali, Fritjof Capra. Cos’è il pensiero sistemico? Una risposta semplice rischia di sminuire un corpus di teorie e di esperienze che ha le sue radici addirittura in antiche tradizioni secolari. Il passato ed il moderno convivono in questa impostazione, dove l’essere umano è intimamente collegato a ciò che lo circonda, in un sistema di relazioni, dove la modifica di un singolo elemento ha ripercussioni sulla totalità della vita. In questa visione si sentono gli echi delle popolazioni tribali di tutto il mondo, per cui un albero non è solo legna da ardere o per costruire ma un anello di una catena che lega ogni cosa, si ascoltano le voci delle filosofie indiane e cinesi, dove l’essere umano è innanzitutto un custode della vita, si intuiscono gli attriti che le rivoluzioni industriali hanno creato, spazzando via la saggezza del passato.

La visione sistemica non è però solo filosofia, fornisce  infatti una direzione in cui incamminarci, se vogliamo recuperare un rapporto significativo con piante, animali, oceani e tutti gli elementi, che nonostante la nostra potenza tecnologica, rappresentano ciò che ci sostiene e ci nutre. Pensatori come Capra si rivolgono a singoli individui ma soprattutto ad organizzazioni, come le aziende:

Qual è il ruolo dell’essere umano in questa visione? E’ quello di creare e mantenere comunità ecologiche capaci di sostenere l’intera rete della vita. Capra parla di aziende e realtà sostenibili il cui fine non è la crescita del PIL ma un sostegno attivo alla creatività insita nei sistemi naturali, attraverso la responsabilità sociale ed ambientale delle imprese e un coinvolgimento attivo delle comunità.

Il pensiero sistemico ci invita a guardare la natura come fonte di ispirazione per capire in che modo evolvere. Ci esorta a comprendere l’intima bellezza dei processi organici, non per sfuggire l’industria e la tecnica ma per poter adattare la nostra infinita creatività, di cui la manifattura e la tecnologia sono un esempio, per dare vita ad un nuovo modello di sviluppo, basato sull’abbondanza e la felicità, sull’interconnessione ed il rispetto.

(puoi leggere il mio intervento riguardo la presentazione del libro di Fritjof Capra su Tuttogreen.it)