In questi schermi si può perdere il senso del tempo e delle relazioni. Inseguendo notifiche e vane presunzioni di successo si trascurano le giornate di sole o gli affetti in carne ed ossa. Strumenti potenti richiedono grandi responsabilità, consapevolezza dei fini e dei mezzi. Ho già parlato del digital detox e dei luoghi in cui andare per staccare, per ricaricarsi, per aprirsi ai sensi e agli altri. Il Casentino, in Toscana, tra i suoi alberi secolari e i suoi piccoli borghi, è una meta ideale per questo ecoturismo del corpo e della mente.

Il web è comunque strumento di incontro e cassa di risonanza, specie per chi come me, crede nella comunicazione digitale come racconto capace di dare voce a nuovi modi di stare nel mondo, più equilibrati, più sostenibili, più umani. Le piazze virtuali allora si riempiono di anime affini, che pur vivendo a centinaia di km di distanza si trovano per le infinite coincidenze della vita. Poi arriva la parte più bella, l’incontro tra le strade del mondo, meta inesauribile del viaggiatore che nel cammino scopre l’altro e anche se stesso.

Casentino, Toscana, Arezzo, Pratovecchio, Romena

Vasti orizzonti per la mente e per lo spirito, pieve di Romena

Il Casentino mi ha accolto ancora prima di mettervi piede, attraverso un documentario sulla nuova economia che sta germogliando nel mondo, tra le pieghe di quello che ufficialmente viene definito “in crisi“. Nel 2013 ho tradotto in italiano una parte dei sottotitoli di Money and Life e così ho conosciuto una donna argentina che voleva  diffonderlo in Italia, una nuova abitante di una valle della Toscana di cui non avevo mai sentito parlare.

Sono trascorsi gli anni, svariati messaggi sui social media per scambi di idee e proposte di collaborazioni. Un giorno di primavera ho deciso che era venuto il momento di fare la valigia e incontrare di persona il Casentino, un territorio che mi appariva come un piccolo mondo popolato da persone, associazioni ed imprese che si stavano adoperando per creare scambi, opportunità e relazioni, oltre gli steccati della paura che ci condiziona ogni giorno così pesantemente. Bisogna essere temerari per pensare ad un nuovo mondo, per iniziare i primi passi di nuove forme di agricoltura, di turismo e di cura di sé e degli altri, quando tutto attorno si odono le sirene del disincanto e del cinismo.

Non aspettarti l’impatto visivo delle “grandi mete” del turismo in Italia, quelle a pochi km da questa valle, non aspettarti la Toscana dei colli con cipressi e casolari da cartolina, non aspettarti nulla quando vieni qui, perché le aspettative riempiono le tasche e la mente di inutili fardelli. Qui in Casentino appare tutto lentamente, dietro il finestrino del treno, dopo una curva in una stradina sterrata, seguendo le orme di qualche amico di amici che ti porta su sentieri insoliti, che non basterebbe una settimana intera per percorrerli tutti.

L’accoglienza qui è fatta di piccoli gesti, di persone che seguono sogni concreti, che si danno da fare senza aspettare le risposte di un alto che a me pare scendere sempre più in basso, individui che amano questa valle antica, crocevia di pellegrini e di viandanti, abbracciata da boschi secolari in cui spuntano castelli e borghi, dove si intreccia la grande storia dei poeti e degli artisti con quella umile che da a quest’ultimi da mangiare.

Casentino, Toscana, Arezzo, castello di Poppi, Festival delle Culture in Casentino, Wolfgang Fasser

Conferenza Concerto “L’Altro” con Wolfgang Fasser e l’ensemble Shalom Klezmer, castello di Poppi

La scusa per venire qui è stata il Festival delle Culture ma dietro l’occasione c’era la curiosità di conoscere e di imparare. Dopo 3 giorni pieni, di progetti, di cammini, di recuperi del passato e di sguardi verso il futuro, dopo le chiacchierate di filosofia pratica – quella che nasce dalla necessità di migliorare -, dopo i panorami e gli scorci, non credo di aver capito molto, se non che vorrò tornarci presto e che ci vorranno ancora altre parole per raccontarlo.

Il mio Casentino si popola di immagini e di persone, dettagli di una camminata nella storia, di un’azienda agricola olistica, di una passeggiata verso le sorgenti dell’Arno in compagnia di Dante Alighieri o della quieta bellezza di un’antica pieve…evocazioni di una valle che cambia e che merita un altro capitolo, nelle prossime settimane.